Una difficoltà che spesso è segnalata è quella dell’inserimento lavorativo di persone affette da disagio psichico e il mantenimento di tale postazione.
Mentre per altre disabilità è possibile creare un percorso lavorativo che è caratterizzato da una certa linearità ed evoluzione, nell’ambito del disagio psichico è spesso presente un andamento ricorrente delle manifestazioni psicopatologiche: si possono alternare quindi periodi di adeguatezza anche per mansioni specifiche, a momenti in cui la sofferenza psichica rende addirittura impossibile lo svolgimento del lavoro, arrivando anche all’interruzione del progetto.
È in quest’ottica che dobbiamo valutare l’intervento della cooperativa: da una parte lo svolgere attività che, oltre che ad essere spendibili sul mercato, offrano alle fasce deboli la possibilità di avere un ruolo sociale significativo (traendo benefici per la persona a cominciare da un aumento del livello di autostima, di indipendenza economica e conseguente fuoriuscita dal regime assistenziale) e, dall’altro, un ambito in cui la malattia non è elemento di emarginazione, ma fa parte dell’essere persona.
Caratteristiche dell’inserimento lavorativo per persone affette da disturbi psichici:
Circa il 38% delle persone con disabilità iscritte nelle liste di collocamento sono soggetti con disabilità mentale e/o intellettiva 2.
Tra le persone affette da disturbi psichici, il tasso di disoccupazione è molto più alto rispetto alla popolazione generale, e la capacità di mantenere un lavoro è una delle maggiori difficoltà dichiarate dalle persone in carico ai Servizi specialistici.
Numerose evidenze mostrano che i programmi di inserimento lavorativo nei soggetti affetti da disturbi psichici gravi hanno un effetto positivo sul piano clinico, sul piano della fiducia e dell’autostima e sul piano sociale ed economico. Secondo il piano regionale di salute mentale, i dipartimenti di salute mentale devono considerare le strategie volte all’inserimento lavorativo dell’utente uno degli obiettivi principali della riabilitazione psichiatrica.
Sul piano operativo il progetto per favorire l’inserimento lavorativo di persone affette da disturbi psichici deve tener conto di alcuni aspetti tecnici fondamentali, come per esempio i tempi lunghi di avvicinamento al lavoro, la gradualità e la necessità di creare nuovi ambiti lavorativi con diversi gradi di protezione.
È necessario quindi, oltre a promuovere l’inserimento lavorativo, creare una rete che permetta una serie di contatti stabili tra le persone (e servizi) coinvolti nell’inserimento lavorativo, creare una cultura che riconosca il valore sociale svolto da quelle agenzie che considerano la “persona” l’unico patrimonio da salvaguardare, andando talvolta anche contro alle dure leggi del mercato. L’attuale situazione economica ha ulteriormente complicato la situazione delle cooperative sociali, infatti al già alto numero di richieste di inserimento lavorativo da parte di persone che hanno difficoltà ad inserirsi in un contesto lavorativo “profit” si sono aggiunte richieste di persone che, prima della crisi, erano occupate nel mondo del lavoro. C’è quindi la necessità da parte delle cooperative sociali di dare una risposta a quelle che sono definite le “nuove povertà”. Diventa quindi necessario, per tornare ad offrire servizi “competitivi” dal punto di vista della convenienza, creare un sistema che valuti e misuri il valore “economico e sociale” che questo tipo di lavoro offre, e che esce dalla normale valutazione del mercato legato solo ed esclusivamente al profitto. Questo non toglie che, pur reinvestendo il capitale per ampliare la possibilità di dare nuove risposte, l’impresa-cooperativa offra alla comunità competenza e professionalità per garantire efficacia ed efficienza. Avere come riferimento primo la persona, nella sua globalità permette ad una società di definirsi sensibile agli argomenti di inclusione sociale.
Una riflessione di questo tipo si sposta in modo deciso dal sociale al campo delle scelte politiche: senza di essa si corre il rischio di creare delle situazioni che “interrompono” l’evoluzione della persona e potrebbe anche diventare una scelta di comodo per comunità che hanno smarrito la capacità di cogliere le necessità delle persone e di promuovere le condizioni per lo sviluppo di relazioni significative.